Nel 2002 l'area prospicente il Museo Archeologico Nazionale delle Marche fu oggetto di saggi archeologici, che hanno posto in luce diversi livelli di frequentazione del sito denominato storicamente come "Area del Foro".
Epoca ellenistica
In questa occasione sono state trovate altre tracce relative alla antica viabilità, costituite da alcuni basoli di grandi dimensioni in pietra calcarea (USS 413, 456 e 475), di età repubblicana (II sec. a.C.), visibili tra i pilastri USS 176, 171, 374, 378 (q. 35.29 m s.l.m.) e nella cantina A (q. 35.27 m s.l.m.). La strada era costruita su un terreno argilloso di colore grigio e gli interstizi tra pietra e pietra erano colmati da schegge litiche. Questa infrastruttura era coeva con una canalizzazione monumentale realizzata con blocchi a secco squadrati di arenaria posti su tre assise (US 181), oggetto di scavo nel 2002, che attraversa l'attuale strada con andamento E/O e si imposta al di sotto di Palazzo Ferretti per una lunghezza complessiva di 50 metri ed un’altezza di due metri. La galleria, già nota nel 1580 e da cui si accede anche dall’interno del museo stesso, si interrompeva a monte a causa di una frana la cui terra di riempimento era ricca di materiale archeologico tra cui elementi di colonne in arenaria e calcare. La condotta idrica doveva captare le acque provenienti dal pendio soprastante per convogliarle verso l'area del porto. La testa della galleria era obliterata nell’area di scavo dalle fondazioni di una grossa struttura medievale o rinascimentale a circa -3.50 m di profondità rispetto al piano della strada attuale (q. 35 m s.l.m.) e quindi al di sotto del piano di calpestio della viabilità antica. Il cunicolo, nel punto in cui la volta è crollata, era riempito da un deposito composto da uno strato limo argilloso caratterizzato dalla presenza di numerosi materiali tra cui frammenti di mattoni e laterizi, pietre di varie dimensioni, elementi architettonici, soprattutto frammenti di colonna, sia in pietra calcarea che in arenaria, insieme a lastre di marmo e intonaco dipinto.
Epoca romana
Il tracciato viario fu obliterato dalla costruzione di un nuovo edificio, un porticato, orientato in senso SO/NE di cui si conservano complessivamente 6 pilastri, di cui cinque (USS 176, 171, 374, 378 e 471 inglobato nel muro moderno USM 304) individuati in fase di scavo ed uno già noto al di sotto del Palazzo del Senato (ANC 194), quando nel 1972 in occasione di alcuni lavori edilizi post-sisma venne scoperta a circa -1.35 m dal pavimento attuale (qa.: 37.25 m s.l.m.; qr. min. sulla cima della colonna 114 cm p.c. qr. max. sul basamento esterno più profondo 159 cm p.c.), una base di colonna ancora in situ e frammenti architettonici reimpiegati. Il rinvenimento comportò l’esecuzione di 2 saggi A e B, il primo arrivò fino alla quota di 1.93 m dal piano pavimentale e presenta la seguente situazione stratigrafica composta da uno strato iniziale (0 - 1.20 m dal p.c.) di colore grigio scuro composto da vari fr. di anfora, il quale copre uno strato di colore nero composto da carboncini (-1.20/-1.35 m dal p.c.). Data la quota del pilastro questo era probabilmente coperto dallo strato di carboncini impostandosi poi sullo strato sottostante a matrice argillosa di colore chiaro (-1.40/-1.96 m s.l.m.) caratterizzato dalla presenza di anfore e mattoncini di diverse dimensioni (rettangolari ed esagonali) e tegole, alcune delle quali presentano dei cerchi concentrici incisi. Il saggio B presenta la medesima situazione, raggiungendo la quota massima di -2.20 m dal p.c. dove furono ritrovati numerosi mattoncini di varie forme, ceramica con decorazione incisa e frammenti di anfore.
La quota del pilastro di Palazzo del Senato è in linea con quelle medie riscontrate nei pilastri dello scavo del 2002, comprese tra i 37.61 m s.l.m. e 36.46 m s.l.m. Questi erano composti da una parte inferiore costituita da una base quadrangolare in mattoni disposti in filari orizzontali legati da malta giallastra e tenace, sul quale si imposta un basamento costituito da quattro blocchi quadrangolari in arenaria gialla. Su questo si imposta la base in marmo della colonna, formata da un piccolo piedistallo quadrangolare ed una base circolare con modanatura semplice, visibile nella sua completezza solo nella US 378. La presenza di strutture posteriori e di interventi di asportazione della stratigrafia non hanno permesso di individuare gli strati all'interno dei quali sono state alloggiate le fondazioni dei pilastri e del piano di calpestio in fase con gli stessi. Lungo il lato occidentale del porticato è stata individuata una massicciata (US 391 / US 183) realizzata con mattoni di riuso e pietrame legati da argilla gialla, avente una forte pendenza da E ad W, che oblitera completamente il basolato precedente, interpretata in fase di scavo come la preparazione per una scalinata di accesso al porticato. Questa struttura è stata interpretata come bordo di un'area aperta del tipo foro o di una strada colonnata.
La lettura delle evidenze più antiche è resa difficoltosa dalla presenza dei resti degli edifici settecenteschi, indicati come depandances del vicino Palazzo Ferretti. Al di sotto delle pavimentazioni settecentesche vi sono conservate le imponenti fondazioni di alcuni edifici medievali, costituite da blocchi regolari di arenaria. Queste strutture sono simili per fattura a quelle inglobate nel Palazzo Ferretti ed in parte ancora visibili lungo il pendio della collina che discende a mare.
Titolo | N° Inventario | Anno | Scala | Autore | Descrizione |
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Archivio | Protocollo | Descrizione | Anno |
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Archivio Amministrativo | ZA2-CS1 - via Ferretti - foro romano | Via Ferretti | 2002 |
Archivio Amministrativo | ZA2-CS1 - sistemazione aree verdi Colle Guasco - via Ferretti | Area verde tra via del Guasco e via Ferretti | 2010 |
Archivio Dossier | Colle Guasco 2002 Birarelli - Ferretti | 2002 |