SCHEDA SITO

Duomo di S. Ciriaco





DESCRIZIONE

Fase ellenistica

Il tempio venne scoperto per la prima volta nel 1932 durante alcuni saggi sulle fondazioni del duomo, che permisero di riportare in luce due porzioni di circa 6 metri del paramento esterno del lato breve Nord Ovest, pesantemente compromesso dalla successiva costruzione dell’abside della chiesa paleocristiana di San Lorenzo, che ha comportato l’asportazione del basamento templare fino al primo corso. Il tempio fu scavato integralmente solo diversi anni più tardi nel 1948 da Giovanni Annibaldi, durante i lavori di ricostruzione della chiesa danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. 

Il tempio è a pianta rettangolare orientato in senso NO/SE disposto trasversalmente alla navata centrale dell’attuale duomo, tra la Cappella della Madonna (Cripta dei Protettori) e la Cappella del Crocifisso (Cripta delle Lacrime). Complessivamente l’edificio misura 32,10 m in senso NO/SE e 19,10 m sul lato breve in senso SO/NE di cui si conservano in parte sia gli elementi strutturali sia le fosse di fondazione tagliate direttamente nel banco di roccia calcarea. Permettendo così di apprezzare due momenti  differenti delle fasi costruttive dell’edificio sacro, lo scavo delle fosse di fondazione e la costruzione delle fondazioni vere e proprie. In primis per la costruzione del tempio è stato fatto il livellamento del banco roccioso naturale e in questo sono state scavate le fosse di fondazione sia quelle perimetrali che quelle interne, aventi delle caratteristiche diverse in funzione del loro diverso ruolo all’interno della statica dell’edificio e delle relative componenti strutturali, pur mantenendo una stessa quota di base per tutte con una profondità di 150 cm (qr: -261 cm / qa.:70.55 m s.l.m.). I "cavi" sono perfettamente tagliati nella roccia naturale a piccone, di cui si conservano ancora i segni nelle pareti verticali e lisciate sul fondo. La fossa di fondazione esterna ha una larghezza di circa 2,20 m di larghezza ed è quella che conserva maggiormente i blocchi di fondazione alloggiati al suo interno. Le fondazioni del tempio sono costruite in opera quadrata formata da grandi blocchi parallelepipedi posti di testa e di taglio provenienti probabilmente dalla cava del Montagnolo, per uno spessore di 2,20 m ed un'altezza massima di 1,90 corrispondente a quattro corsi, la cui conservazione è evidenziata nella planimetria in scala 1:50 presente in archivio disegni. I blocchi messi in opera a secco sono squadrati e disposti con cura nell’assemblamento, con le superfici verticali lisciate e la parte centrale leggermente sotto scavata. Le assise hanno diverse altezze: il primo corso che poggia direttamente sulla roccia è di 50 cm ed i blocchi occupano tutta la trincea nel senso della larghezza (qr.:-216,5 cm/ qa.: 71 m s.l.m.), il secondo è di 47 cm con i conci disposti nel senso della lunghezza del “cavo” (qr.: -170 cm / qa.: 71,46 m s.l.m. ), il terzo è di 46 cm e riprende l’orientamento del primo corso (qr.: -120 cm / qa.: 71,96 m s.l.m. ), mentre  l’ultimo è di 47 cm ed ha i blocchi orientati come il secondo corso (qr.: -070 cm / qa.: 72.46 m s.l.m.). Tra il secondo ed il terzo filare nell’angolo occidentale verso l’esterno è presente una risega di fondazione di circa 12 cm già individuata nel 1932 sul lato settentrionale e nell’angolo nord-occidentale. I blocchi della terza assisa sono caratterizzati da una piccola fascia sotto scavata presente sul margine superiore, visibile nelle foto del 1932. Un altro elemento di interesse è la presenza nell’angolo Sud-occidentale di un piano pavimentale in opus spicatum costituito da mattoncini di  12x 4,5 x 7 cm cementati con malta idraulica, che combacia con il terzo filare ad una quota di -127,5 cm (qa.: 71.89 m s.l.m.); questo tipo di pavimentazioni era  utilizzato di solito per impianti idraulici o cortili esterni a partire dal I-II secolo d.C.
Nel 2003 una analisi con luce radente ha evidenziato la presenza di alcune lettere latine, interpretati come probabili marchi di fabbrica. Oltre alla fondazione esterna ve n'è una più interna a forma di U disposta a circa 1,50 m di distanza rispetto ai lati lunghi e a lato breve NO e che si unisce alla fondazione del lato breve Sud-Est del perimetro esterno. La fondazione interna è stata completamente asportata, tuttavia la sua pianta è perfettamente leggibile grazie alle trincee tagliate nella roccia, le quali hanno una  larghezza di 1 metro da Sud-Est per circa 17 metri verso Nord-Ovest per poi allargarsi fino a 1,70 negli ultimi cinque metri fino ad incontrare la fossa di fondazione del lato breve, che a sua volta ha una larghezza ancora maggiore di circa 2 metri a riprova del diverso ruolo nell’assorbimento dei carichi delle strutture in elevazione delle fondazioni. Sui lati lunghi i due settori di fondazione, interno ed esterno, sono collegati da otto traverse per lato, lunghe 1,50 m e larghe 70 cm disposte a circa 2,50 m di distanza l’una dall’altra. Di queste traverse si conservano le fosse di fondazione ed in alcuni casi il primo corso di blocchi, esse dovevano avere una funzione statica di contrasto alla spinta delle colonne, le quali dovevano essere ubicate sulla peristasi in asse con le traverse, con una distanza interassiale tra di queste di circa 3,25 m Dal lato corto del perimetro esterno Sud-Est, più internamente vi sono altre due fosse di fondazione parallele ai lati lunghi, aventi una lunghezza di  8,50 m ed una larghezza di 90 cm. Questi due assi interni sono collegati mediante due traverse lunghe 2.40 m e larghe 70 cm.
Le ipotesi ricostruttive sono diverse, l'ultima è quella di Luni che riconosce nell'edificio di culto anconetano un tempio corinzio-italico, periptero esastilo su podio a cui si accede attraverso una scalinata rivolta a Sud/Est verso la città.

Unanime sembra invece essere la dedica del tempio a Venere, una attribuzione che sembra validata da alcuni passi di Giovenale e Catullo. Il primo (IV,40) ricorda la presenza di una "domus Veneris quam dorica sustinet Ancon", mentre Catullo (XXXVI, 11-14) elenca Ancona tra le città in cui risiede un tempio dedicato a Venere. Anche la raffigurazione del tempio di Ancona, insieme all'arco ed ai magazzini del porto, sulla colonna di Traiano nella scena LXXIX, dove si vede l'imperatore in partenza per la seconda campagna dacica, mostra la presenza di una Afrodite del tipo Louvre-Napoli. Tuttavia è necessario ricordare in questo caso che il tempio raffigurato nella Colonna traianea presenta delle discrete differenze rispetto a quello rinvenuto effettivamente sull'acropoli.

Fase Tardo antica

Sopra alle strutture del tempio venne impostata la basilica paleocristiana di San Lorenzo datata al V sec. d.C di cui si conservano sia parti strutturali che alcuni lacerti musivi in tessellato decorato da tralci di vite e grappoli d'uva (2 x 0,50 m), datato su base archeologica e stilistica, alla metà del VI secolo d.C. Attualmente il rivestimento in tessellato non è più visibile ed è documentato solo da poche immagini scattate al momento del suo rinvenimento. (Fonte TESS https://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9991) L'edificio di culto era formato da tre navate con ingresso verso sud-est.



Indirizzo
Precisazione tipologica
Luogo a uso pubblico
Cronologia generica
Età romana,Età romana repubblicana,Età romana imperiale,Età tardoantica,Età medievale,Età altomedievale,Età bassomedievale,Età moderna
Anno della scoperta
1932
Individuazione
["Resti materiali visibili nell'area"]

Fasi Cronologiche
Periodo tardoantico - -
Periodo medievale Bassomedievale -
Periodo medievale Altomedievale -
Periodo medievale Altomedievale -
Periodo ellenistico Periodo Ellenistico-romano -
Periodo medievale Altomedievale -
Periodo medievale Altomedievale -
Periodo medievale - -


TitoloN° InventarioAnnoScalaAutoreDescrizione
Tempio duomo di San Ciriaco18119 1:50Rilievo dei ritrovamenti nel sottosuolo – Pianta
Tempio duomo di San Ciriaco:dettagli181211948 1:10Dettaglio A
Tempio duomo di San Ciriaco:dettagli18123; 181251948 1:10/ 1:25Dettaglio B
Tempio duomo di San Ciriaco:dettagli181241948 1:10Dettaglio C
Tempio duomo di San Ciriaco:dettagli181221948 1:10Dettaglio D
Tempio duomo di San Ciriaco:dettagli181201948 1:25Dettaglio E
Tempio duomo di San Ciriaco:dettagli181261948 1:25Dettaglio F
Tempio duomo di San Ciriaco:dettagli181271948 1:25Dettaglio F - sezione
Tempio duomo di San Ciriaco181281948 1:50Blocchi di tufo sottostanti l’abside – lato mare – Pianta
Tempio duomo di San Ciriaco181291948 1:50Cripta del Patrono – Pianta
Tempio duomo di San Ciriaco18130 1:50Prima parziale ricostruzione – Pianta
Tempio duomo di San Ciriaco18131 1:50Seconda parziale ricostruzione – Pianta
Tempio duomo di San Ciriaco18132 1:50Terza parziale ricostruzione – Pianta
Tempio duomo di San Ciriaco18133; 26189 1:50Pianta
Tempio duomo di San Ciriaco18134; 26188 1:50Pianta aggiornata
Tempio duomo di San Ciriaco18135 Fondazioni in tufo – Pianta
Tempio duomo di San Ciriaco18136 Fondazioni in tufo con annotazione nuove strutture in cemento armato – Pianta


ArchivioProtocolloDescrizioneAnno
Archivio StoricoAncona - CAS1-F16 - DuomoScavi nei pressi della Cattedrale di San Ciriaco 1911
Archivio amministrativoAncona - CAS1-F15Antichità nella cattedrale di San Ciriaco. Proposta di impianto di un museo cristiano nei locali dell'antico episcopio. 1948