SCHEDA SITO

L'insediamento più antico di Ancona è stato individuato negli anni Ottanta in un'area compresa tra Piazza Malatesta, via Goito, via Matteotti, via Villarey e via del Cardeto a seguito a lavori di risistemazione urbanistica, che prevedevano la demolizione degli edifici danneggiati durante il sisma del 1972. Un'area pluristratificata che ha restituito, grazie a gli scavi archeologici, evidenti tracce di uno stanziamento preistorico, riferibile all'età Eneolitica e del Bronzo, una necropoli di età protostorica ed alcune tombe riferibili all'estesa area sepolcrale di epoca ellenistico-romana, che ha in parte danneggiato i resti delle frequentazioni precedenti.

Fase preistorica - villaggio

Il villaggio di Piazza Malatesta era ubicato lungo le pendici digradanti del colle Cardeto ad una profondità di quattro metri dal piano di campagna attuale (qa: N. 31.8 mt. s.l.m. / S. 29.6 mt. s.l.m.) ed era composto da una serie di capanne la cui presenza è testimoniata dalle numerose buche di palo ubicate con maggiore intensità nella porzione Nord-Est della piazza e alcune cavità di forma irregolare di grandi dimensioni di cui non è ancora chiara la funzione, come ad esempio la fossa n° XI che aveva una larghezza di 3 metri per una profondità di 140 cm, riempita con pietre, carboni, frammenti di intonaco con tracce di incannucciato, fuseruole fittili e frammenti litici appartenenti per lo più a lame. Al centro dell’area è stato individuato un fossato di forma anulare largo 70 cm interpretato come limite di un’area sacra disposta al centro del villaggio, il quale era delimitato da un ulteriore fossato, le cui tracce più consistenti sono state individuate a Sud-Est a circa 70 metri di distanza rispetto al nucleo principale dell’insediamento. Questo era lungo 18 mt., largo 170 cm. con un orientamento Nord-Sud, riempito con terreno rossastro ricco di carboni, frammenti di ceramica d’impasto, schegge litiche, frammenti di un puntale in osso, una cuspide di lancia, ossa animali e a circa metà della sua lunghezza, sul lato Ovest, dunque verso l’interno dell’insediamento, era caratterizzato dalla presenza di numerose tracce di intonaco. Altre porzioni di fossato sono state ritrovate sia a Nord, con orientamento Est-Ovest sia ad Ovest, con andamento parallelo al primo. Il sito viene datato all’età Eneolitica grazie alla presenza di frammenti riferibili alla ceramica di Attiggio Livello 4, trovati in associazione con elementi della cultura di Polada pertinente all’età del Bronzo Antico.

Fase età del Ferro - necropoli

La necropoli di Piazza Malatesta occupa una parte dell’area dell’abitato preistorico, con tombe che si dispongono raggruppate per file irregolarmente parallele o perpendicolari con orientamenti diversi. Per quanto riguarda il rito funebre due di queste sono sepolture ad incinerazione (T. n°7 e 40) con ossuari fittili coperti da ciotole, ubicati all'interno di un pozzetto e cinquantotto ad inumazione. Queste ultime sono a fossa rettangolare con uno scalino sul fondo, coperto da uno strato di breccia marina, una pratica che trova confronti presso i siti di Novilara e Monteroberto. Di solito il defunto è adagiato sul fianco destro, tranne in un caso dove il corpo è stato ritrovato bocconi, con la testa posta a Sud. Le tombe più importanti erano segnalate mediante un cippo di pietra. Le tombe femminili sembrano più numerose di quelle maschili, tuttavia la maggioranza delle sepolture sono riferibili a bambini. Il corredo funebre è costituito da fibule, armille, spilloni e ornamenti femminili, come orecchini, collane con pendagli di ambra e pasta vitrea, fermagli di collana d'osso e oggetti in bronzo. Molto rara è la presenza di ceramica, costituita da coppie di fuseruole e del cothon, spesso decorato con incisioni. Nella tomba n°139 sono stati recuperati un rasoio lunato di tipo Vulci ed alcuni spilloni, un oggetto di corredo che è spesso presente nelle sepolture più antiche. Nella maggioranza delle tombe è attestata la presenza di fibule, usate sia per fermare le vesti che il sudario del defunto. La mancanza di armi porta a ritenere che quest'area della necropoli fosse utilizzata specialmente per la deposizione di donne e bambini. L'analisi dei materiali contenuti nelle sepolture, consente di datare la necropoli tra il IX e l'VIII secolo a.C.