SCHEDA SITO

L'anfiteatro di Ancona è ubicato tra il Colle Guasco e quello dei Cappuccini, appoggiato prevalentemente sul substrato roccioso naturale. L'ellisse misura complessivamente 93 x 74 mt. con un orientamento dell'asse maggiore che andava da Nord-Est a Sud-Ovest, mentre la parte più interna, quella dell'arena, aveva le dimensioni di 52 x 35 mt.

Il muro perimetrale esterno era realizzato in opera mista con paramento in opus reticulatum e opus latericium e decorato con due ordini sovrapposti di fornici, quello più in basso poggiava su un alto zoccolo ed era caratterizzato dall'alternanza tra nicchie a pianta rettangolare e semicircolare divise da lesene, mentre quello superiore poggiava su una cornice aggettante formata da mattoni disposti a coltello con pannelli in opera reticolata. Questa decorazione del paramento esterno, riferibile al periodo augusteo venne compromessa dalla realizzazione di una serie di contrafforti radiali che servivano probabilmente a rinforzo dell'ampliamento della cavea.

La cavea poggiava in parte sulla roccia naturale ed in parte su volte cementizie ed era costituita probabilmente da tre ordini di gradinate, oggi conservate solo parzialmente in corrispondenza degli ingressi o delle gallerie laterali, che potevano ospitare fino a 8000 spettatori.

All'arena si accedeva mediante due ingressi, la Porta Pompae, posta a Sud-Ovest chiamata anche Arco Bonarelli, e la Porta Libitinensis a Nord-Est, ma leggermente spostata ad oriente rispetto all'asse maggiore dell'ellisse avente una lunghezza di 15 mt. ed una larghezza di 5 mt. con la strada di uscita in salita rispetto al piano dell'arena, ricavata direttamente scavando la roccia naturale. Nel settore della Porta Libitinensis al di sopra del muro del podio, alto circa 2,65 mt. si conserva la prima balconata, con gradini rivestiti in lastre di travertino. L'ima cavea era collegata con i corridoi anulari (praecinctiones) da due scalette poste ai lati della porta stessa.

La Porta Pompae aveva invece dell'imponenti dimensioni, costruita con diverse tecniche edilizie tra cui blocchi di arenaria, mattoni e conci di opera reticolata policroma, spia probabilmente di diverse fasi edilizie, attraverso la quale si accedeva ad un corridoio di 21 mt. di lunghezza ed alto 6 mt. coperto da una volta inclinata.

Oltre a gli ingressi principali esistevano alcuni ingressi laterali, utilizzati dal pubblico per accedere ai vari settori della cavea, il primo denominato oggi "Ingresso Torriglioni" conduceva ad una camera a ridosso del podio, l'altro, il così detto "Ingresso Benedetti" portava alla cavea attraverso delle scale.

L'anfiteatro, costruito dunque in epoca augustea, subì un deciso restauro nel periodo traianeo e rimase in uso almeno fino a tutto il III sec. d.C. Dal secolo successivo si iniziano ad intravedere i primi segni di rifunzionalizzazione dell'area, con l'inserimento di strutture abitative e di tombe del tipo alla cappuccina, ubicate specialmente nei pressi dell'area esterna all'Anfiteatro e vicino all'Arco Bonarelli. Nel corso dei secoli l'area continua ad essere frequentata ed usata come cava per il materiale edilizio.

Dal 1260 è nota la presenza della chiesa di San Bartolomeo Apostolo che sarà poi trasformata in monastero femminile due anni più tardi con l'unione con la chiesa di San Gabriele Arcangelo. Alla fine del XIII secolo si unisce anche la chiesa di Santa Maria dell'Arena, ubicata nella zona delle terme. Il complesso monastico si espande progressivamente nell'area dell'Anfiteatro e verso la scogliera, fino a quando alla fine del XV secolo la parete rocciosa cede, portando con sè parte delle strutture religiose. Dopo questo evento catastrofico venne costruita la chiesa di San Bartolomeo, dove oggi vi è quella di San Gregorio Armeno.

Tra il XVI ed il XVII secolo l'area subisce ancora ulteriori cambiamenti, come la costruzione di un nucleo di casette diretttamente sul settore Ovest del circuito esterno dell'Anfiteatro e il rialzamento della strada.

Nel 1797 con l'occupazione napoleonica di Ancona il monastero viene dismesso e rifunzionalizzato per scopi militari. Alla metà del XIX secolo l'intero complesso è ormai adibito a tribunale con annesso il carcere.